sabato 18 novembre 2017

Le Forme del Rito - Baglio Florio, Selinunte _ Sinossi

PARCO ARCHEOLOGICO DI SELINUNTE E CAVE DI CUSA 
ESTREUSA 
CAPUA ANTICA FESTIVAL
TEATRI DI PIETRA SICILIA

- calendario #1°step -


 
Gli spettacoli alle ore 17,00
Biglietteria presso il sito : ingresso 10 euro - ridotto: convenzionati / associazioni / studenti
info : teatridipietra@
gmail.com/ teatridipietrasicilia.blogspot.it
https://www.facebook.com/events/195026594404013/
prenotazioni : whatsapp 333 709 7449



------------------------- sabato 25 novembre----------------------
ore 17.oo

U CICLOPU, GIUFÀ E FIRRAZZANU di e con Gaspare Balsamo

U Ciclopu, Giufà e Firrazzanu è uno spettacolo di cunto liberamente ispirato al libro IX dell’Odissea. Intreccia, attraverso una drammaturgia originale scritta e orale, alcuni racconti tipici della narrazione siciliana. Tutta la performance, sia nelle forme che nei contenuti, si basa sui modelli e sulle tecniche di rappresentazione tipiche della matrice teatrale siciliana: il cunto, la narrazione epica, la recitazione con le voci dell’opera dei pupi, la declamazione e alcuni dei repertori tipici della letteratura popolare orale. Infatti, dentro il noto episodio del Ciclope, particolarmente originali sono gli innesti dei racconti di Giufà e Ferrazzano. Ed è proprio ad opera dei personaggi principali del racconto guida, che i fatti dello stolto Giufà e del furbo Ferrazzano vengono narrati. Saranno proprio il Ciclope e Ulisse a diventare essi stessi cuntisti e a narrarne alcune storie. La drammaturgia sui personaggi e lo stile della performance sono in linea sia con il modello classico del canto dell’Odissea, sia con il tono parodistico del dramma satiresco, sia con gli elementi tipici del cunto.  Tali combinazioni di elementi reali e fantastici, tragici e grotteschi permettono alla performance di avvalersi di codici espressivi diversi a forte matrice Sud mediterranea.

Gaspare Balsamo è nato a Erice(TP) il 22/06/75. E’ autore, attore, cuntista e regista teatrale. Apprende l’arte del cunto siciliano con il maestro Mimmo Cuticchio e egli stesso è oggi uno dei maggiori rappresentanti del cunto della nuova generazione.
Formatosi come attore presso il CTA (Centro teatro ateneo) dell’università di Roma “La Sapienza”, dove consegue inoltre la laurea in Lettere (Arti e scienze dello spettacolo), si diploma in recitazione all’accademia teatrale dell’Orologio e si specializza all’Accademia Nazionale d’arte drammatica Silvio D’amico.
E’ autore di diversi testi teatrali, nei quali figura come interprete. In essi il cunto è strumento civico di denunce e squarci non editi.
E’ docente di lingua e drammaturgia siciliana presso l’accademia teatrale di Viagrandestudios (CT).
Come attore ha inoltre lavorato nello spettacolo teatro novella “Bizarra” di Rafael Spregherlbud, con la traduzione e la regia di Manuela Cherubini, vincitore del premio Ubu 2011, nella “Festa del Paparacchio” di Andrea Cosentino, in “Scuossa” di Giuseppe Massa, “Mutu” di Aldo Rapè, “Giovanni e Paolo” di Dario Garofalo, nell’opera lirica “Orlando” da G.F Handel con la regia di Maria Paola Viano. Ha collaborato con la Fondazione RomaEuropaFestival e con la Fondazione Fiumara D’arte. Collabora attivamente con l’AME (Associazione musicale Etnea) e con il poeta Biagio Guerrera. Nella musica varie sono le sue collaborazioni con diversi musicisti, tra cui quelle con Alfio Antico, Cesare Basile, Rita Botto, Puccio Castrogiovanni, Giancarlo Parisi, Luca Recupero,Unavantaluna. Da segnalare il progetto europeo “Torrent” con i musicisti Werner Cee, Alf Terje Hana e Giovanni Apprendi.
Alla radio ha partecipato in veste di attore e cuntista al progetto di radio-dramma sull’Horcynus Orca di Stefano D’Arrigo con la Deutschland Radio Kultur di Berlino.
Al cinema e in tv ha lavorato con Salvo Cuccia, David Riondino, Toni Trupia, Alberto Negrin.
Studia e pratica scherma corta e bastone siciliano con il maestro Giuseppe Bonaccorsi.



------------------------- domenica 3 dicembre ----------------------
ore 17.oo

LA CANTATA DI LI RUJNI di e con Carlo Muratori

Le macerie accumulate dalla storia recente e le rovine nate dal passato non si assomigliano.
Vi è un grande scarto fra il tempo storico della distruzione, che rivela la follia della storia (le vie di Kabul o di Beirut), e il tempo puro, il tempo in rovina, le rovine del tempo che ha perduto la storia o che la storia ha perduto” Marc Augé

I canti raccolti da Luigi Lombardo in "Catastrofi e storie di popolo" hanno portato Carlo a “risentire” i cunti del dolore del 1693-1993 e riproporre le “antiche storie cantate di cataclismi e disastri naturali in Sicilia”.... stessa violenza, sismica e non solo, oggi in altre terre, e tante altre violenze per inimmaginabili guerre ed esodi, perpetuano il senso del dramma vissuto e lo dilatano nel tempo.
Un progetto nato nel '93 e nella nuova versione musicale offerta da Carlo Muratori in DIES IRÆ -La Cantata di li rujni, al centro c’è la Voce, quella sua, forte e fluida, che grida, attraverso l’immutabilità di quel dolore, l’ira di oggi.
Da una parte Il persistere del ricordo della tragedia nella tradizione orale anche se le catastrofi naturali o altre di natura socio-economica hanno sempre influenzato canti e “storie” del popolo siciliano, a testimonianza di quanto profondi siano stati i mutamenti apportati dal terremoto ai luoghi e quanto grave sia stata la perdita della loro riconoscibilità. ... dall'altra il tempo che ha le sue strane vie e i suoi misteriosi meccanismi. Le immagini che in questi giorni ci vengono proposte continuamente da tv e web ci raccontano di altri terremoti, di altre ferite, di dolore e paura delle popolazioni coinvolte. Immagini di distruzione, ammassi di rovine indistinte a fare da sfondo alle
facce sconvolte di quella gente.

Quannu la gran putenza Iddiu si smovi
e fa trimari la mala natura
se un ditu di sua manu sulu movi
trema la terra, lu celu si scura.

L’Apocalisse in lingua siciliana; metricamente perfetto. Mette paura!
La musica era già parte di quei versi; mentre li leggevo cantavano da soli; si trattava solo di liberarla dalle pieghe del tempo. Le parole ardono come tizzoni e il fuoco della terra urla il suo ingrato compito ....
Eppoi le parole di Augé... e il tempo della rujna va oltre la constatazione delle epoche e del tempo, delle città e dei paesaggi... una sorta di monito e di invocazione alla vita .Perchè le rovine, riescono ad uscire dal gioco folle del mondo contemporaneo, a sottrarsi alla spettacolarizzazione , sfuggono al "tempo reale", alla "diretta", e risvegliano la "coscienza della mancanza" .
Quella stessa coscienza che mi costringe e, credo tutti gli artisti, a ricercare, costruire e ri-costruire, inventare e provare - in ogni momento – il tempo "nuovo".

 
------------------------- sabato 09 dicembre ----------------------
 ore 17.oo

LA DANZA DEL MITO , DAPHNE
con Carlotta Bruni, Rosa Merlino, Luca Piomponi
drammaturgia e coreografia Aurelio Gatti
produzione MDA Produzioni Danza

Il mito di Apollo e Dafne è la storia di un amore mai realizzato., ma anche di un paradosso: Proprio il dio protettore delle arti mediche non riesce a trovare un farmaco per la ferita infertagli da Eros; proprio il nume che conosce presente, passato e futuro, lascia che la sua mente onniveggente sia offuscata dalla tenace passione per la bellissima Dafne, figlia del fiume Peneo e di Gea.
Apollo, nel vederla, se ne innamora, ma la fanciulla, nel vedere il dio, fugge ed egli la invoca …

«Ninfa penea, férmati, ti prego: non t'insegue un nemico;
férmati! Così davanti al lupo l'agnella, al leone la cerva,
all'aquila le colombe fuggono in un turbinio d'ali,
così tutte davanti al nemico; ma io t'inseguo per amore!
Ahimè, che tu non cada distesa, che i rovi non ti graffino
le gambe indifese, ch'io non sia causa del tuo male!

Quando ormai sta per essere ghermita, Dafne, esausta, rivolge una preghiera al padre (o alla madre), affinché la sua forma, causa di tanto tormento, sia tramutata in qualcos’altro. In pochi istanti la giovinetta si irrigidisce, i piedi divengono radici, le braccia rami, il corpo si ricopre di una ruvida scorza: si sta trasformando in un albero di alloro . Apollo la raggiunge, ma è troppo tardi; riesce appena a rubarle un bacio, prima che anche la sua bocca sia ricoperta dalla corteccia.
Questo il mito, narrato da Ovidio nelle Metamorfosi.

Viene naturale prendere le parti di Dafne, che fugge da un accanito e possessivo spasimante, forse intento a soddisfare la sua passione senza tener conto della volontà dell’amata, eppure merita una attenzione la sofferenza di Apollo, il dolore di chi ama senza essere ricambiato..... Il dio potrebbe avere tutte le fanciulle che vuole, ma desidera Dafne, non per un capriccio, ma perché è stato ferito dalla freccia d’amore di Eros. … Non si sceglie di amare e chi amare.
Perchè innamorarsi di una creatura che susciterà di certo dolore e rifiuto? Apollo, che può conoscere il futuro, avrebbe potuto prevedere le tragiche conseguenze della sua passione eppure, insegue Dafne. Egli è il dio dell’ordine e del raziocinio, eppure compie atti irrazionali per amore. La ragione viene sconvolta per colui o colei che si desidera ardentemente. L'amore, suscita un sentimento di totalità e interezza, trasfonde nell'idea di armonia, idealizza la vita futura accanto alla persona amata a tal punto da idealizzare l’altro : il rifiuto è quasi un omicidio; è come se la persona amata, respingendo, uccidesse l’immagine ideale che di lei ci si è costruiti,...
Il rifiuto è ingiusto. Saffo , nella celebre ode ad Afrodite, invoca la dea perché ristabilisca gli equilibri e faccia rispettare la legge cosmica dell’amore, secondo la quale chi è amato ha il dovere di ricambiare con altrettanto amore. Il rifiuto costituisce un atto di ingiustizia (adikia).
Nella realtà, però, non c’è alcuna legge che obblighi ad amare.
Se Dafne è una vittima, Apollo non va certo giustificato, ma compatito. Il grande sgomento è che una corsa straordinaria, rocambolesca, meravigliosa viene interrotta - per sempre . Se non importano le ragioni e i disegni di Apollo, ugualmente vale per quelle del rifiuto di Dafne. La corsa di Dafne si è fermata nella preghiera di metamorfosi, di sottrazione della forma , ma anche di sviluppo e dinamica …. e la ninfa che correva ora è solo tronco immobile.

Una danza per un mito che, malgrado gli usi e gli abusi funzionali alle diverse mode o epoche, ripropone - integro e autentico il mistero dell’eros: due interpreti per Dafne – Carlotta Bruni e Rosa Merlino, un Apollo – il giovane Luca Piomponi, una corsa infinita.


------------------------- domenica 17 dicembre ----------------------
ore 17.oo
 
TRA.MITI di e con Giovanni Anzalone e Renato Siracusano
concerto per musica, voce, memoria e cuore

Lo spettacolo è un racconto musicale per quadri in voce (cunto e canto) e pianoforte.
Un concerto per musica, voce e cuore, intercalato da "oasi" parlate del “cuntastorie” che aprono la strada di tanto in tanto al raccordo tra i molteplici piani dell’interpretazione e della fruizione possibile: razionale, emotivo, poetica… ben oltre la sintesi musicale e immaginaria.
La voce canta e racconta (in Siciliano e in Italiano), sostiene, connette, esplora …e la musica ripopola con figure post-umane l’in-canto della lingua: consonanti evocazioni carnali.
Nello spettacolo ai pre-testi illustrati si uniscono memorie, così i miti riprendono vita.
Il progetto si sviluppa Tra Miti: EROS (il Cosmico), COLAPESCE ( Amore non corrisposto), ACI E GALATEA (Amore corrisposto), ALFEO E ARETUSA (Amore è Vita)......

Giovanni Anzalone
Mitologo e Cultore delle Tradizioni Popolari
(Canti, Cunti, Canzuni, Proverbi, Usi e Costumi),
Nasce a Carlentini nel 1948. Del segno del Leone. DAMS Bologna ad indirizzo Regia Teatrale.
A partire dagli anni ’90 fa parte dello Stabile di Catania.
Da circa un decennio porta in scena, con concerti e performances, gli antichi Miti di Sicilia.
Ha lavorato con i più prestigiosi attori del Teatro Italiano , tra cui:Turi Ferro, Tony Cucchiara,Guglielmo Ferro, Giuseppe Pambieri, Lia Tanzi, Giulio Farnese, Lydia Alfonsi, Ines Carmona. Yanapakui di Cile, Romano Bernardi, Ezio Donato, Andrea Camilleri, Lamberto Pugelli etc

Renato Siracusano
Pianista e Compositore,ha collaborato con alcune importanti case di produzione cinematografica, quali la Cometa Film e la Kamel Film. Nel 2001 a composto le musiche: per il cortometraggio Figlio di penna, un film di Francesco Amato prodotto dalla Cometa Film di Bologna, vincitore del premio jameson al Torino Film Festival e unico corto italiano al festival di Cannes ; ancora per uno spot pubblicitario prodotto dalla Kamel Film di Bologna. Nel 2006 ha composto le musiche per il cortometraggio L’uomo più potente del mondo prodotto dalla Cometa Film. Ha scritto le musiche per diversi documentari televisivi prodottoi dalla Cometa Film per RAI TRE tra cui "La Cornovaglia " e "Sulle Alture dell'Amdo"andati in onda nel programma di Licia Colo' Alle falde del Kilimangiaro. Attualmente cura le musiche per la serie di video documentari relativi al progetto AGIRE POR per il Ministero dei Beni Culturali e del Turismo.
Ha curato le musiche dello spettacolo teatrale Tra.Miti di e con Giovanni Anzalone andato in scena l’11 e il 13 dicembre 2015  al Teatro Machiavelli di Catania,il 17 Luglio 2016  al Palazzo della Cultura della città di Catania, il 31 Marzo al Teatro Splendor della Regione Valle D’Aosta.
Nel 2017 ha scritto le musiche dello spettacolo Eneide.Migrantes di e con Umberto Broccoli andato
in scena al Teatro Splendor della Regione Valle D’Aosta in occasione della Saison Culturelle 2017.


------------------------- giovedì 21 dicembre ----------------------
ore 17.oo


I MONOLOGHI DELLA DARBUKA
uno spettacolo ideato, scritto, suonato, e recitato da Giorgio Rizzo

Un monologo divertente, “deliri quotidiani di un percussionista” che del ritmo ne ha fatto
un’ossessione. Dopo anni di passione e di studio della Darboka, strumento medio orientale, è il
mezzo attraverso cui si sviluppa il monologo, approfondendo non solo le tecniche ma anche il
vissuto ed l’esperienza culturale. È un viaggio nella storia del ritmo; a partire dal battito cardiaco, il primo ritmo che tutti abbiamo sentito prima ancora di uscire dal ventre materno, seguendo l'umano desiderio di comunicare qualcosa che rappresenti il nostro essere animali senzienti lungo le vie che i ritmi hanno percorso, la loro diffusione e i cambiamenti storici e geografici. Quanta cultura, storia e antropologia si celino dietro a un ritmo meritavano di essere raccontato Giorgio Rizzo ha scelto la forma più immediata e a lui congeniale quella di raccontare tutto questo accompagnato dalla sua amata darboka e dal suo innato senso dell' humour e dell'ironia tipica di chi, pur con grandi capacità musicali, non siavventurerebbe in campi quali l'antropologia o la filologia musicale per tenere una lezione di etnomusicologia, ma solo timidamente e col dovuto rispetto per raccontarci divertendoci la sua vita da percussionista, che non riesce nemmeno a fare la spesa senza andare a provare che suono fanno tutti gli oggetti che incontra a partire dal carrello per finire con la scatola dei borlotti, e per farci percorrere un viaggio fantastico immaginato e sognato attraverso il ritmo.
Lo spettacolo è stato presentato in numerosi teatri in Sicilia e Italia, per un totale di 40 repliche circa, tra cui : Pisa, Teatro LARI – Prato, Metastasio – Catania, Teatro Picator, Brancati, Piccolo teatro, Castello Ursino percorsi d’autunno – Siracusa, HUB cultura, Festival di giufà – Palermo, La bottega delle percussioni – Ragusa, Le fate -Messina, Siciliani D’autore

GIORGIO RIZZO Musicista/Compositore/Producer
Giorgio Rizzo nasce, musicalmente, nel 1994 entrando fin da subito a far parte del movimento musicale Catanese, collaborando con vari gruppi dell’interland siciliano. Partecipa tra il 95 e il 96 al ROXY BAR di Red Ronny con il duo D’alì, ad Arezzo Wave con gli Isola,vincendo il primo premio. Nello stesso periodo collabora con Anna Maria Campione danzatrice della compagnia Grahm, esperienza che lo porterà allo IALS di Roma, dove diventerà il percussionista della scuola collaborando con vari ballerini e compagnie di fama internazionale, Pina Bausch, Momix, Caterina Genta ed altri. Intraprende gli studi presso l’accademia di percussioni Timba di Roma, studiando con Roberto Evangelisti. Nel 1997 partecipa alla manifestazione Intollerance insieme a Carl Potter, percussionista di fama internazionale, con cui approfondirà la tecnica di congas. Parte in tour con Franco Califano con il quale registrerà gli ultimi 4 album. Collabora con Gabriella Ferri , alle trasmissioni TARATATA’, Teatro 18 con la Dandini, Mollica, Maurizio Costanzo. Partecipa al disco di Nino D’Angelo “Senza Giacca e Cravatta” e Marì, seguendo il tour promozionale in tutte le emittenti nazionali. Ha collaborato con Roberto Angelini nel 1998/99. Diventa il percussionista della band Rumba de Mar di Alberto Laurenti, con varie apparizioni televisive, Buona Domenica, Maurizio Costanzo, Domenica IN..., Fatti Vostri. Lavora con la stessa Band al Billionaire a Porto Cervo di Flavio Briatore . Approfondisce inoltre la tecnica di percussioni arabe e flauto ney con i percussionisti Hossaine Ramzy e Abudha Abdllah. Gli studi musicali lo portano ad avvicinarsi al mondo medio orientale, dove studia il flauto arabo (ney), entra nella Band Ensemble Etniche, dove incide il disco Sin frontiera che verrà vendutoin varie parti del mondo e selezionato anche in molteplici compilation di musica lounge, tra cui la celebre ​Buddha Bar e Nirvana Lunge, Arabica, e Chakra lounge. Nel settembre 2004 lascia la formazione di Laurenti per tornare in Sicilia e mettere a frutto le numerose esperienze raccolte, forma un trio di musica elettroaraba TRIATRIBA, che riscuote consensi nell’ambito musicale catanese,portando avanti progetti di musica inedita e strumentale, dalle molteplici influenze proprio come le sue esperienze.Nel 2005 partecipa al progetto “Orchestra do Mediterrao” per conto del SESC di Sau Paolo in Brasil, formata da 25 musicisti da tutto il mondo mediterraneo, rappresentando l’italia. Fonda il trio di musica medio-orientale Aptal con il quale tra l’altro crea per MotoMimetico una rivisitazione del Bolero di Ravel e nel 2010 realizzano la colonna sonora del film Meridiano Perduto di Claudio Fausti prodottodaMajazé –magazzino culturale, con il contributo di Cine Sicilia Film Commission – Regione Sicilia.Fonda il movimento didattico musicale “ DUM TAK POWER ” progetto didattico, per lo studio della darboka, e i ritmi arabi, aperto a professionisti e non, dal quale forma un ensemble di percussioni e danza “POWER ensemble” composto da 8 percussionisti 8 musicisti e danzatrici. Collabora attualmente con Francesca Incudine , registrando il disco “Ietta Vuci” e con Roberta Gulisano, nella preparazione del suo nuovo disco. Official Ambassador della WAMBOOKA , strumento a percussione, presentato al Mann di Londra e Los Angeles, in distribuzione internazionale. In tour in Malesia, Cairo, Belgio con il gruppo svedese Tarabband.Con Moni Ovadia e Mario Incudine partecipa a “Le Supplici” e con “Ifigenia in Aulide” con la regia di Federico Tiezzi al Teatro Greco di Siracusa. Attualmente è coinvolto in differenti progetti della compagnia Motomimetico. Ed ha partecipato alla registrazione dell’ultimo CD di Carlo Muratori “d’amore e pazienza” .