L'Area archeologica di Vassallaggi con i Teatri di Pietra Sicilia
Stanchi del placido mare del canale di Sicilia, che bagnava la prospera città dei templi lungo la costa meridionale dell'Isola, gli abitanti di Akragas al tempo della tirannide del crudele Falaride - quello che arrostiva i suoi nemici nel toro di bronzo! - decisero di estendere i loro domini verso settentrione, puntando al Tirreno. Così risalendo le valli dei fiumi - il tortuoso Imera meridionale probabilmente, o l'affidabile Platani - addentrandosi per terre sconosciute e ostili, un valoroso drappello di Akragantini giunse nel cuore delle dimore sicane. Tra queste, una pittoresca composizione di cinque colline affioranti in ordine sparso contornava una città, oggi compresa nell'area archeologica di Vassallaggi - nel comune di San Cataldo, in piena provincia di Caltanissetta. Al posto delle casette indigene e delle necropoli a grotticella, lì saldamente impiantate ormai da qualche secolo, sorse allora un vero luogo fortificato - che gli archeologi chiamano phrourion, imitando gli antichi storici greci - un presidio degli Agrigentini a veglia del territorio. Se davvero questa città era conosciuta col nome di Motyon - come sembra suggerire l'infallibile Diodoro Siculo - non stupisce che intorno alle sue mura si sia consumato il sogno di indipendenza dai Greci del fiero re siculo Ducezio: assediata e distrutta dal ribelle condottiero, riconquistata dai Greci e ricostruita nuovamente, tutto nel giro di qualche anno.
Sulle tracce dei miei illustri predecessori, ma armata di bussola, m'inoltro anch'io verso Nord, avventurandomi in un paesaggio campestre disseminato di fantasiose alture frastagliate e piccoli poderi. Prima dei vivi, incontro la città dei morti, annunciata dalle tante fossette scavate nella roccia millenaria e paziente: ha piovuto da poco, e ricolme d'acqua verdastra come sono, assomigliano a profonde fenditure terrestri da cui affiora la linfa primordiale nutrimento di vita. Inerpicandomi sull'ennesimo sperone di calcare e arbusti spinosi, m'imbatto in un tratto di mura, che mi ricordano simili opere di imponenza lapidea avvistate chissà altrove nei miei peregrinare solitari. Dall'alto mi si apre finalmente alla vista un luogo adatto alla sosta, dove mi accoglie familiare nell'aria l'odore di essenze bruciate e di focacce di pane esposte al sole: immancabile, tra i muretti a secco delle abitazioni greche, ridotte ormai a perimetri, si riconosce il profilo di un timido santuario, dedicato pare al rassicurante culto di Demetra e Kore. Mi accomodo sul piccolo altare quadrangolare, fulcro di ogni rituale religioso, e mi appresto ad abbeverarmi alla fonte che placa gli assetati di bellezza e misticismo: fin qui, infatti, è giunta inarrestabile nell'umidità della sera la suggestiva visione del sogno teatrale, portando con sé magiche melodie e miti ancestrali.
C'è vita!:
http://teatridipietrasicilia.blogspot.it/2014/07/area-archeologica-vassallaggi.html
Come arrivare:
Autostrada A19 Palermo-Catania, uscita Caltanissetta, SS 122 direzione San Cataldo-Serradifalco, SP 33 loc. Roccella.
Per saperne di più:
http://www.regione.sicilia.it/beniculturali/dirbenicult/database/page_musei/pagina_musei.asp?ID=164&IdSito=25&IdC=&IdS=&IdAS=
http://www.comune.san-cataldo.cl.it/ECM/index.asp?id=403&lev=%A7403%A7&CPM=9&9668=101
http://www.youtube.com/watch?v=PaCXgDQySmU