Luci
e ombre della stagione teatrale di Morgantina?
....ma
anche tanta disinformazione e luoghi comuni .
Fintanto lo scambio di idee e di
opinioni si realizza in un ambito ristretto quale quello di un bar,
di un incontro piuttosto che di un salotto si può ritenere
plausibile ogni tesi e presa di posizione su qualsiasi ambito:
politica, arte, cultura ma anche cronaca, sentito dire, fatti piccoli
e grandi …... gli argomenti scorrono, i pareri anche, i contenuti
si fanno funzionali al desiderio di discorrere e intrattenersi da
parte dei presenti. In queste occasioni non necessita ( anche se
sarebbe un buon punto di partenza ) avere certezza degli argomenti
trattati o proposti perchè lo spirito migliore - in questi casi - è
quello del confronto nell'incontro.
Altra cosa è valersi di uno strumento
come una testata giornalistica per legittimare alcune
considerazioni. In questo caso necessita ed è d'obbligo la
conoscenza dei fatti, degli argomenti esposti altrimenti si incorre
nella riduzione a “chiacchera” delle questioni trattate anche se
importanti come quelli di politica culturale e sviluppo dei territori
che nel caso dell'articolo “Si è chiuso, su Morgantina, unsipario che ha svelato tutta la disorganizzazione. ….........”
vengono dispersi in una montagna di inesattezze e illazioni che vanno
oltre la disinformazione e fanno presupporre dell'altro.
Quanto rilevato dall'articolo è in
parte evidente ed evidenziato: poca organizzazione, rischio di
spreco di denari pubblici ed europei ( per chi ne beneficia), assenza di coordinamento e
programmazione da parte dei soggetti interessati – pubblici o
privati, … ma dal rilevare un fatto ad attribuirne le
responsabilità c'è di mezzo tanta storia recente e il non riferirla
non sa di disinformazione …... Si comprendere l'amarezza di chi
vive un territorio che ha visto recentemente disattese le aspettative
di “ rinascita” , annunciate e propagandate in occasione della
Venere di Morgantina, ma accettare che si “abusi” del teatro o
meglio di sette recite di teatro per parlare di disorganizzazione
quando tutti i riferimenti istituzionali a livello locale sono
delegittimati e l'intero apparato gestionale, organizzativo e
promozionale del territorio (quello della Venere e non solo) è
collassato, ricorda la parabola della pagliuzza e della trave
nell'occhio.
Tanti argomenti trattati meriterebbero
maggiore attenzione e soprattutto cognizione. Di seguito qualche
approfondimento per non incorrere nella vaquità dell'articolo sopra
richiamato.
I tre soggetti citati dall'articolo (
Circuito del Mito, Circuito Epicarmo, Teatri di Pietra) sono
realtà totalmente diverse per risorse, il primo dispone di un
plafond di circa 7 milioni di euro, il secondo di oltre 700mila euro
e il terzo ad oggi non è sovvenzionato dalla Regione Sicilia, ma
neanche lo scorso anno e così gli anni prima; per storia ( i
primi due sono nati lo scorso anno grazie ai Fondi europei Por Fesr
2007_2013 e ai Fondi Fas mentre Teatri di Pietra opera dal 1999 e in
Sicilia dal 2005); per finalità ( i primi usano i siti per
ospitare gli eventi e creare un eventuale indotto, Teatri di Pietra
utilizza lo spettacolo dal vivo per valorizzare i siti e suscitare
una crescita omogenea del paesaggio socio/culturale); per
costituzione ( Il Mito è un'iniziativa diretta della Regione
Sicilia, il Circuito Epicarmo si basa su un accordo di programma fra
Comuni sovvenzionato direttamente dalla Regione, Teatri di Pietra
dopo cinque anni di attività ha costituito l'associazione tra i
venti comuni aderenti e la Provincia di Enna - e si autofinanzia in
attesa di una Regione che da quattro anni non da segnali ). Non
ultimo: la definizione di circuito, che secondo l'articolo
accomuna queste esperienze “ che nascono e sopravvivono solo
grazie al generosissimo contributo regionale....”, non è
esatta per tutti tre i soggetti, non solo perchè Teatri di Pietra
non è sovvenzionato ma anche perchè il circuito prevede una
struttura verticale: direzione artistica, una programmazione a se
stante, un budget e dei “terminali” in cui realizzarla ( appunto
i siti o le locations ). Altra cosa è “la rete “ dei Teatri di
Pietra dove programmi, risorse e attuazione viene decisa
orizzontalmente dagli aderenti e senza distinzione di censo.
A parte le differenze , è un luogo
comune abusato voler attribuire le maggiori responsabilità a chi
opera e dimenticarsi delle più gravi di chi non opera. Se è vero
che i 19 spettacoli di Epicarmo per 700mila euro portano a chiedersi
quanto ci sia di organizzazione nei circa trentacinquemila euro di
media a recita , se a fronte dei sette /otto milioni dei fondi a
disposizione del Mito si volesse chiedere quanti ne giungono in
termini di promozione culturale e logistica sul territorio è
legittimo perchè si parla di investimenti totalmente o in
maggioranza ad intervento pubblico. Ma bisogna anche segnalare cosa
manca – e non da questa stagione – al territorio per proporsi
come luogo “dedicato” alla storia e alla cultura, cosa non viene
fatto nella gestione ordinaria del patrimonio, quanto viene
silenziata l'idea di bene comune a favore di generici piani di
sviluppo che rischiano di essere estranei o tardivi al territorio.
Non tutti i ritardi sono per “la
dipendenza dai finanziamenti pubblici che porta a conferme tardive
dei relativi calendari con la conseguente...... “ almeno
per Teatri di Pietra che non ne percepisce e che da aprile ha fatto
richiesta delle aree e alla quale le condizioni di accesso – quelle
definitive - sono state comunicate i primi di luglio. D'altro canto
forse non è noto ai più che l'apertura dei Teatri di Pietra
al Teatro Antico di Morgantina del 14 luglio scorso con l'attrice
Elisabetta Pozzi ( protagonista pluriacclamata delle recenti stagioni
al Teatro Greco di Siracusa) aveva un limite fissato a 200
spettatori per motivi di sicurezza perchè l'area aveva erba alta e
il taglio della stessa poteva essere motivo di grave pericolo in caso
di incendio. Eppure sono sette anni che Teatri di Pietra realizza un
programma di cinque /sette appuntamenti, come se la pulizia del sito
sia una condizione collegata agli spettacoli e non alla fruizione
dello stesso. E come questa, tante altre piccole e grandi vicende ,
oggi ancor più evidenziate dai piani di sviluppo non attuati per il
ritorno della Venere di Morgantina: quanti spazi pubblicitari
istituzionali dispone il territorio per l'affissione della
promozione? In quanti distretti turistici o comuni limitrofi è stato
inviato il materiale pubblicitario prodotto... quali convenzioni con
albergatori e ristoranti sono state offerte ….... . Il territorio e
le sue istituzioni devono decidere cosa vogliono fare : o si fanno
ospite o affittacamere. C'è un gran invocare il turismo culturale e
di eccellenza dimenticando che il presupposto è l'accoglienza e
l'ospitalità che – nel pensiero mediterraneo – corrisponde a un
set di valori ben preciso come il rapporto, lo scambio, la
disponibilità, l'incontro di esperienze e i contributi pubblici poco
servono in questo caso : o il presupposto c'è o non c'è.
Recita l'articolo : “Certo è l’ennesima dimostrazione di
quello che sempre accade in Sicilia: una manifestazione resiste fino
a quando c’è il finanziamento pubblico...”
Non possiamo predire che fine farà il Circuito del Mito o Epicarmo
quando si esauriranno le risorse pubbliche, ma gli ultimi quattro
anni dei Teatri di Pietra danno prova che non è sempre vero.
L'esperienza della rete culturale ha permesso di dare continuità,
ricorrenza e stabilità alle manifestazioni malgrado la sofferenza e
l'assenza di contributi pubblici . Internet è una grande
opportunità peccato che alcuni si limitano a frequentare i
socialnetwork altrimenti basterebbe sfogliare le pagine della Regione
o della Provincia degli ultimi anni per accorgersi che Teatri di
Pietra , purtroppo, non percepisce contributi. In alternativa esiste
il telefono per chiedere, ma non era nella volontà dell'autore
sapere.
C'è molta pressapochismo in quanto
viene riferito nell'articolo e fare di tutte le esperienze uno fascio
e uno sfascio non aiuta né ad affrontare né a superare le gravi
emergenze che segnano e pregiudicano ogni attività intorno a
Morgantina e non solo quella teatrale. La politica da “grande
evento” suggerita nell'articolo, magari con esclusione dei più a
favore di eletti – e Morgantina dovrebbe essere tra questi, è
obsoleta e denunciata come deficitaria e perdente in numerose sedi a
cominciare dalla Comunità Europea, alle borse internazionali del
Turismo, all 'evidenza degli ultimi dieci anni in cui i costi dei
grandi eventi in Sicilia è stato superiore all'investimento della
Toscana, E.Romagna e Trentino insieme senza sortire alcun effetto
significativo sui flussi. La cultura e il teatro necessitano regole
diverse che non quelle importate da altri settori, modalità proprie
che non possono trascendere dal territorio e dalla crescita omogenea
di un paesaggio culturale diffuso. Non sono primati quelli ottenuti
con l'esclusione degli altri, e in ambito culturale queste tendenze
esprimono volontà colluse e punitive atte a creare primati ed
eccellenze fittizie.
In questo contesto parlare della
programmazione è purtroppo marginale, quando l'intera discussione
presentata dall'articolo si poggia su generalismi
e disinformazione. Per cronaca
segnaliamo che quattro spettacoli sono stati presentati dai Teatri di
Pietra, due dal Circuito di Epicarmo e uno dal Mito e di questi sette
quattro erano le novità, tre presentate da Teatri di Pietra e una da
Epicarmo, e tre le riprese.
E' importante parlare di cultura e di
teatro, sono temi importanti, e ridurre questi argomenti a un
opinionismo da salotto non è accettabile .
Aurelio Gatti